Abu Alì Al Hussein Ibn Abdullah Ibn Sina, detto Avicenna ( 979 – 1036 )

L’uomo a cui nessun campo dello scibile è sconosciuto.

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Giunge a noi di lui il corpo di ben 156 opere, tra cui la più famosa, “ il canone ” in 5 volumi, nella quale descrive le varie forme di dolore e i rimedi, sia fisici che farmacologici.

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All’impiego dell’oppio e della mandragora, aggiunge, come faranno anche altri medici arabi, le bacche di ginepro, la lavandula, il distillato di legno di cipresso, estratti di edera, di rose, di mirto, di ruta, di piretro, di maggiorana, di lauro, di camomilla, di anaci.

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Noti il suo unguento sonnifero a base di oppio, cafia lignea e zafferano e l’unguento bianco a base di litargirio, cera, olio rosato, albume d’uovo.

Descrive inoltre la preparazione e le proprietà dell’acido solforico e dell’alcool.

 

La terza età

Il termine “terza età” è piuttosto moderno perchè i Greci dell’era classica, in accordo agli elementi, alle qualità e agli umori consideravano la vita dell’uomo divisa in quattro periodi ( infanzia, adolescenza, età adulta, senilità ). Nella sua breve storia postale ( 1920-1939 ) la città libera di Danzica ha emesso nel 1923 due valori ( Scott B4,B5 ) che rappresentano uno dei primi riferimenti filatelici rivolto al problema degli anziani.

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L’immagine è quella di un vecchio con bastone, abbastanza familiare all’iconografia di questa età. Tuttavia il francobollo esprime, meglio di tanti altri, il senso di solitudine del vecchio sullo sfondo di una città quasi spettrale.

Uno sfortunato precursore

Non sempre un’idea, anche se eccellente, viene accettata.

E’ questo il caso di Ferdinando Palasciano, chirurgo militare nell’esercito borbonico, nato a Capua nel 1815 e morto a Napoli nel 1891.

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Fu professore ordinario di Clinica Chirurgica presso l’Università di Napoli, poi deputato e successivamente senatore del Parlamento.
Ma noi lo vogliamo ricordare come tenace propugnatore dell’assistenza ai feriti di guerra, senza nulla togliere a Dunant scontato fondatore della Croce Rossa.
Pagò le sue idee con l’arresto di un anno quando, durante l’assedio di Messina del 1848, si rifiutò di obbedire al comando del generale Filangieri che aveva ordinato di non rispiarmare i feriti sul campo.
 
Seguirono anni di persecuzione ma continuò a perseguire nelle sue idee, rafforzato da ciò che poteva vedere sui campi di battaglia, cercando di ottenere un miglioramento nell’assistenza sanitaria delle truppe; le sue parole rimasero però inascoltate.
I tempi forse non erano ancora maturi per un’idea così nobile !
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Quando nel 1864 grazie all’opera di Dunant venne indetta la conferenza di Ginevra per dar vita ad una istituzione permanente, il nostro Palasciano fu del tutto ignorato. A nulla valsero i suoi sforzi tesi a rivendicare quanto da tempo aveva propugnato, ma nonostante ciò mai fece mancare il suo appoggio alla nuova  iniziativa.
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Ricordiamo che fu sua l’idea di estendere la convenzione anche ai feriti in mare, ma quando ciò fu recepito all’interno dei trattati non restò traccia della sua figura.
Ma come tutti gli uomini di grande intelletto ed animo generoso, non inveì, non protestò ma continuò per il resto dei suoi giorni a difendere e a propagandare il principio così tenacemente perseguito.

Victor Segalen : medico ma soprattutto scrittore

Il 20 gennaio 1979, in evidente ritardo, le Poste Francesi mettono in vendita un francobollo per onorare Victor Segalen ( 1878-1919 ) nel centenario della sua nascita.

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Segalen nasce a Brest nel 1878 e come giovane medico si imbarca e compie un primo viaggio intorno al globo; lo ritroviamo poi in Oceania nelle operazioni di soccorso alle vittime del ciclone ” Touamotou “.
Poi con la nave “Durance”, riprodotta sullo sfondo del francobollo, raggiunge Tahiti e visita le isole Marchesi, appena dopo la morte del pittore Gauguin.
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Qui inizia a scrivere una serie di articoli sul grande pittore che invia al giornale “Mercure de France” e che saranno di ispirazione alla sua prima opera ” Le immemoraux “.
Il francobollo riporta anche l’immagine di una pagoda che ci ricorda anche i suoi viaggi in Cina e il suo amore per questa civiltà e la sua archeologia.
Ritornato in patria presta servizio sanitario a Brest ma presto viene rinviato a Nanchino per motivi bellici.
Rientra infine nella sua Bretagna e qui muore improvvisamente, appena quarantunenne.
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Claude Debussy, a lui legato da profonda amicizia, gli dedica l’opera rimasta incompiuta per l’improvvisa morte del compositore, ” Orphee Roi “; in essa  il grande musicista tratteggia con la musica l’atmosfera presente nelle opere di Segalen.
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La pianta di Vallisneri

Antonio Vallisneri nasce il 3 maggio 1661 in provincia di Modena. Intraprende gli studi medici a Bologna sotto la guida di Malpighi e si laurea nel 1685. I suoi studi trattano di Anatomia, Botanica e Storia Naturale.
Viene chiamato nel 1700 presso l’Università di Padova come profesore straordinario di medicina ma ben presto si trova in disaccordo con i colleghi anziani a causa del suo innovativo metodo di insegnamento dell’anatomia. Declina diversi incarichi importanti tra cui quello di Archiatra papale e di titolare della disciplina anatomica a Torino. Muore all’età di 69 anni per una forma atipica di pleurite.
A questo punto ci aspetteremmo che la nostra pianta faccia parte della numerosa famiglia delle piante medicinali, ma così non è. Il botanico Pierantonio Micheli per onorare la figura di Vallisneri dà, ad un genere di piante acquatiche da lui individuate e studiate, il nome di Vallisneria Spiralis e Vallisneria Gigantea.
La pianta la vediamo ritratta su un francobollo della Romania del 1966, facente parte di una serie dedicata alle piante acquatiche.
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Cresce in acque lente e stagnanti; ha foglie nastriformi e minuti fiori. I fiori femminili quando sono pronti per la impollinazione raggiungono la superficie sorretti da un lungo peduncolo e galleggiano finchè non vengono in contatto con quelli maschili. Terminata l’operazione la pianta ritorna sott’acqua.

Sir William Osler

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The hobby is needed by man

it must be hardly ridden by physician

Ho sempre pensato che questa frase del medico canadese William Osler (1849-1919), ritenuto il padre della medicina moderna, sia molto appropriata per il nostro hobby.  Per ogni approfondimento rimandiamo  alla sua biografia presente sul sito del John Hopkins Hospital, dove Osler prestò servizio dal 1889 al 1905 quando passò a coprire la cattedra regia di medicina di Oxford.

Un ricordo di mio padre

Decidendo ad un certo punto di raccogliere in maniera organica i suoi articoli, le sue collezioni e i suoi interventi in ambito di Tematica Medica, dette alle stampe nell’ottobre 1985 per i tipi di “Lacaita” un testo che a tutt’oggi resta tra i pochi sulla materia.

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